La Giunta regionale ha approvato la proposta di legge in tema
La Regione Campania compie un altro importante passo nellorganizzazione di un sistema di gestione dei rifiuti in linea con le normative vigenti e che rappresenti una netta frattura rispetto alle criticità emerse in modo evidente negli anni precedenti.
Lapprovazione da parte della Giunta regionale della proposta di legge per il riordino del sistema gestionale dei rifiuti rappresenta il punto di partenza del processo di riordino dellintero ciclo. Essa trasferisce ai Comuni la competenza esclusiva gestionale di tutte le parti del sistema, dal prelievo e trasporto dei rifiuti al loro smaltimento finale, così come ha stabilito definitivamente la normativa statale. Così lAssessore allAmbiente Giovanni Romano, che illustra le caratteristiche principali contenute della proposta di legge.
Si propone dice Romano – di suddividere il territorio regionale in 7 Ambiti Territoriali Ottimali: 4 di questi ATO coincidono con i confini amministrativi delle Province di Avellino, Benevento, Salerno e Caserta. Per la provincia di Napoli, il cui bacino di utenza è nettamente più vasto, in attesa della definizione dellArea Metropolitana, è stata prevista la suddivisione del territorio in tre ATO, ognuno dei quali costituisce un bacino di circa un milione di abitanti. Allinterno di ogni ATO è stata poi operata un ulteriore suddivisione in base alle peculiarità territoriali e sono stati individuati 35 Sistemi Territoriali Operativi (STO), aree geografiche omogenee per quantitativi di rifiuti prodotti, densità abitativa, caratteristiche morfologiche e possibilità di utilizzo degli impianti. I Comuni, dunque, svolgeranno le funzioni di organizzazione del servizio loro attribuite dalla legge, in forma obbligatoriamente associata: toccherà alle Conferenze dAmbito (enti di governo degli ATO) pianificare il servizio, attuarlo e determinare la tariffa. I Comuni dovranno rispettare una tempistica molto stringente per decidere ladozione della soluzione organizzativa ritenuta più idonea ed efficace.
E un’ipotesi di legge regionale che, in coerenza con la normativa statale sulle competenze e sui servizi pubblici locali, lascia ai Comuni la massima libertà di organizzazione del ciclo, senza imporre modelli calati dallalto e rispettando la forte eterogeneità territoriale della Regione. Occorre però rispettare i tempi stabiliti per le decisioni e la conclusione dei processi amministrativi e, nello stesso tempo, rispettare gli obiettivi posti dalla legge in materia di raccolta differenziata, riduzione dei rifiuti, riutilizzo e miglioramento della qualità delle raccolte per ridurre le quantità da smaltire. Sotto questo punto di vista, lautonomia decisionale dei sindaci deve necessariamente coniugarsi con il principio della responsabilità istituzionale considerato che i Comuni, per legge, sono gli unici soggetti preposti a gestire tutte le fasi del ciclo, conclude lassessore.
di Redazione Achab
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